IDENTIKIT DEL CINEMA SOVRANISTA E POPULISTA
«A me poi la politica ha sempre fatto schifo», dice il filmmaker duro e puro, di lotta e di opposizione (era di governo fino a qualche mese fa), mentre ti racconta il suo incontro con un sottosegretario qualsiasi che gli ha assicurato aiuto per il nuovo film. Il filmmaker duro e puro ti guarda dall’alto in basso e insiste: «La politica non la capisco e comunque, non guardarmi in quel modo, non giudicarmi: fanno tutti così». Ecco. Il mio editoriale potrebbe anche finire qui. Ma il cinema (di lotta e di opposizione) che è pronto ad affilare le armi contro il governo sovranista e populista e che però già prenota un incontro con il nuovo ministro Bonisoli (magari a Venezia) ha bisogno della nostra solidarietà e quindi del nostro spiegone. Eccolo. Provate a immaginare un film dove i buoni sentimenti trionfano (si fa per dire) solo a patto di fare lo slalom fra professori universitari intrallazzoni, amministratori corrotti, poliziotti fascisti, preti zozzoni, milf allegre e mezze ignude, padri assenti o tardoadolescenziali, città coperte dalla spazzatura, insegnanti pedofili, rom delinquenti, napoletani camorristi, “samurai” della Roma di mezzo, vescovi e cardinali che non ti dico, commercianti e industriali che il più pulito c’ha la rogna, migranti che parlano come Mammy in Via col vento, borgatari tatuati come la Capella Sistina, e così via all’infinito. Avete immaginato? Bene. Non è la trama del nuovo cinema sovranista e populista che si sta preparando all’ombra delle ruspe di Salvini e Di Maio. Si tratta, al contrario, del cinema che è stato prodotto in questi ultimi anni. Diceva un magistrato: un certo tipo di denuncia della società corrotta e malpensante è diventata una sorta di pubblicità paradossale del malaffare. Dopo Mani Pulite i reati contro la pubblica amministrazione (tangenti, corruzione) si sono centuplicati, spiega un generale della Guardia di Finanza. I venti anni del regime berlusconiano sono stati caratterizzati da una campagna di informazione (Corriere della Sera, La Repubblica, eccetera) ed editoriale (cinema, letteratura, televisione) interamente dedita alla distruzione del Paese. Per buttare giù dal piedistallo l’odiato Berlusconi, si è scatenata una nobile gara a chi la sputava più grossa. Tutti quanti in coro a dire quanto facesse schifo il Paese. «Se vuoi costruire una nave non devi per prima cosa affaticarti a chiamare la gente a raccogliere la legna e a preparare gli attrezzi; non distribuire i compiti, non organizzare il lavoro. Ma invece prima risveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà risvegliata in loro questa sete si metteranno subito al lavoro per costruire la nave», diceva Antoine de Saint-Exupéry ne Il Piccolo Principe. Venti e passa anni di controinformazione sul Paese invece cosa hanno prodotto? Chi è causa del proprio male, pianga se stesso, dice il saggio.
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