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Anche quest’anno il numero di luglio-agosto di Ab è completamente dedicato al tema della sostenibilità ambientale, in particolare abbiamo voluto fotografare la situazione attualedi mercato e capire direttamente con i protagonisti se e come stanno affrontando questo nuovo business. Per quanto entrambi riconoscano le potenzialità, quello che emerge(in particolare nell’inchiesta di pag. 37) è che, a oggi, non sembrano ancora pronti a trasformare il green in una concreta opportunità. Per quanto riguarda l’industria,solo una piccola parte ha una vera mission verdee ha ripensato l’intero sistema aziendale in un’ottica eco, mentre la maggior parte sembra essere ancora disinteressata a questi temi. La distribuzione tende, invece, a nascondersi dietrola figura del consumatore che, a detta loro, non sembra essere interessato all’acquisto di soluzioni ecologiche e preferisce prodotti meno dispendiosi. In realtà, c’è da sottolineare che è il rivenditore stesso a non credere per primo alla svolta green, di conseguenza non si impegna più di tanto e preferisce chiudere velocemente una vendita puntando su un best seller o su un prodotto tradizionale piuttosto che presentare soluzioni eco che, è vero, richiedono un maggior impegno e dispendio di tempo nel presentarli, ma gli assicurerebbero una marginalità superiore.Per quanto riguarda il consumatore, gli studi e le analisi fanno emergere che, nonostante stia sviluppando una maggiore coscienza ecologica (seppur molto lentamente) è, però, poco informato sulla proposta, non sa che soluzioni alternative al tradizionale può trovare e non gli è ancora chiaro che caratteristiche debba avere un prodotto green (si veda anche l’articolo a pag. 32). Riflettendo su quanto detto fin’ora si capisce come il nostro settore sconti una grave mancanza: una comunicazione adeguata a supporto del tema ecologico. Del resto, basta sfogliare le riviste b2b e consumer. Praticamente nessuna azienda che ha investito nella svolta eco lo comunica, pochissime realtà creano corsi di formazione e attività mirate per gli addetti alla sala mostra, ancora meno formano adeguatamente la forza vendita. Come colmare allora questo gap? Per prima cosa i produttori che hanno un’anima verde (ma vale solo per chi ce l’ha veramente, e non per chi lo sostiene solo a parole) devono iniziare a trasmettere il green think come un valore e usarlo come leva per differenziarsi. Ma, attenzione, non sarà sufficiente creare una campagna consumer perché, in una prima, delicata,fase di start up, è necessario coinvolgere e stimolare chi riveste un ruolo di congiunzione con il consumatore, trasmette i valori aziendali e propone i prodotti: la distribuzione. Siamo consapevoli che la strada da fare è molta e che sarà necessario il massimo impegno da parte di tutti gli attori della filiera, ma crediamo anche che nel futuro, come è già avvenutoper altri settori e con buoni risultati, anche l’arredobagno si tingerà di verde.
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