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Un bicchiere riempito a metà può essere visto mezzo vuoto o mezzo pieno, ma nella realtà è entrambe le cose. Questa è la medesima considerazione che ci viene sempre più spesso da fare sulla corsa alla razionalizzazione degli assortimenti, soprattutto da parte di quelli che potremmo definire i technical superstore retailer.Sulle molteplici ragioni della messa in efficienza delle griglie abbiamo parlato più volte e quindi, dopo un anno di ulteriori contrazioni dei ricavi e delle redditività, è perfettamente comprensibile che persino il leader del canale, quel player che si è contraddistinto in questi anni più per la ‘pluralità locale’ che per la omogeneità dei suoi lineari, affermi in queste pagine che “nessuna dispersione nelle griglie è più accettabile”. Però ci ronza nella mente anche un’affermazione del direttore AV e Tempo Libero di IBS che, sempre in queste pagine, evidenzia: “L’ecommerce è un canale che è cresciuto e che continuerà a crescere sull’onda naturale dell’affermazione progressiva delle vendite on-line, ma anche perché inizia a essere l’unico canale che tratta da un lato il catalogo e dall’altro tutte quelle novità che non sono blockbuster”. Si dirà che per sua natura questa tipologia di negozio ha la possibilità di presentarsi al consumatore con un assortimento ‘infinito’ in quanto virtuale, e questo è indiscutibile. Questo però non è sufficiente a non farci sospettare – anche alla luce delle numerose ‘gare’ indette dai retailer per assegnare accordi esclusivi di fornitura – che nella diffusa, quanto ineluttabile ricerca di ossigeno per i propri conti economici e flussi finanziari forse il canale rischia di dimenticare o almeno di sottovalutare quanto l’ampiezza e la profondità dei lineari – sia in termini di brand sia di segmenti e prodotti, precisiamo – rimangano degli asset assolutamente portanti per realtà specializzate, quali sono quelle del canale eldom. Una scelta quindi, quella della razionalizzazione, che può anche portare a qualche autogol. Sì perché leggere e costruire le griglie assortimentali in base a fatturato, rotazioni, margini e contributi è fondamentale, ma non è tutto. In altre parole, ci chiediamo se facendo di questi principi l’unica ‘legge’ non ci sia anche il rischio di diventare meno attrattivi per i consumatori, più lontani dalle loro molte unicità, più condizionati nelle proprie scelte e meno competitivi rispetto alle molte alternative che oggi un mercato sempre più ‘fluido’ offre e offrirà sempre di più…
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