C’È MOLTO DA FARE
Quanto sembra lontano in questi giorni il 2010 con gli incentivi e con l’abbuffata dello switch off. Sarà che oggi fra i primi a poter definire l’ultima manovra finanziaria da “lacrime e sangue” c’è il mondo del retail che unanimamente si confronta con l’amaro in bocca – e forse qualcosa di più – dell’aumento dell’iva. Un amaro in bocca in numerosi casi pure aspro visto anche il nulla di fatto sul fronte di quelle liberalizzazioni che avrebbero potuto in qualche modo dare una minima scossa a un settore come quello del commercio troppo “legato” per poter far fronte a un clima di consumi che si profila sempre più depresso. Inutile sottolineare che tutto ciò va ad appesantire la preoccupazione per un andamento negativo del mercato e per un assottigliamento dei margini ormai da “sirena d’allarme”. Ed è sempre più evidente che il canale deve contare sulle proprie forze. Molte speranze e sicurezze – incluse quelle dell’innovazione e delle promozioni come generatrici infinite di nuova domanda – vengono oggi percepite a rischio; e con esso è anche lo status quo a vacillare. Ma “non basta limitarsi a dire che il mercato flette e le persone non entrano nei negozi, bisogna mettersi in discussione e guardare oltre” afferma in queste pagine Alessandro Butali, a.d. dell’omonima società. Bisogna rimboccarsi le maniche e guardare oltre, anche all’incremento dell’iva e alle mancate liberalizzazioni. Come ricorda Martin Angioni, country manager di Amazon Italia: “c’è molto spazio per rinnovare e innovare, per rispondere a nuove esigenze, per dare un servizio diverso o che non c’è”. L’e-commerce con il suo segno più davanti è lì oggi più che mai a ricordarlo. A ricordare che non sempre si dà tutto quello che il cliente chiede e nel modo migliore. In altre parole, che i canali non sono sempre efficaci ed efficienti; ma pure che il “nuovo” fa rima con “opportunità” e non con “pericolo”. Su questo bisogna interrogarsi e lavorare… dopo, ovviamente, aver digerito la nuova aliquota e le deregulation fantasma…
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