CRESCITA FELICE?
Crescita. È quella che senza ombra di dubbio ricercano – o forse sarebbe meglio dire inseguono affannosamente – economisti, istituzioni finanziarie, politici, ma anche imprenditori e manager, per coprire investimenti, debiti e occupazione. Rincorsa a cui non sono certo immuni diversi player del nostro mercato. Ma siamo certi che si sta andando nella giusta direzione? Non allarmatevi, non stiamo appendendo nessun manifesto del Movimento per la Decrescita Felice, ma ci stiamo semplicemente limitando a valutare quali sono le ricadute di questa rincorsa nel medio sul mercato. Oggi tutti sulla carta concordano che in un mercato in cui gli acquisti continuano a calare a due cifre bisogna cercare di vendere meglio e non di più. Valore, maggiori marginalità, up selling sono le parole dominanti, come troverete conferma nelle pagine dell’inchiesta. Peccato che però le stesse sembrano non poter prescindere – oggi esattamente come ieri – da un’altra parola (anche se noi preferiamo definirlo un dictat): volume. Questo certamente nelle strategie dei big player. Infatti il COO di Mediamarket non ha paura ad affermare: “Ci interessa vendere prodotti di fascia alta, però a un numero allargato di consumatori. Rinunceremo a dei punti di margine, ma compenseremo questa perdita con vendite più cospicue”. Una strategia quanto mai chiara, che non sarà (ahimè) solitaria e non mancherà, di conseguenza, di condizionare l’intero canale. Ma a chi gioverà tutto ciò? Si dirà ai leader, ma ne siamo certi? In altre parole siamo sicuri che l’uscita dal mercato di alcuni retailer internazionali, oltre che di qualche imprenditore locale, sia un bene, e lo sia anche per gli stessi big? Noi qualche dubbio che questa sia la strada per arrivare a quel equilibrio di canale – più concentrato, ma anche più evoluto – di cui questo mercato ha bisogno lo abbiamo. Certo vale un pensiero…
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