È IL MOMENTO DI ‘LARGHE INTESE’
È già un altro mercato” ci diceva qualche giorno fa un manager di un’azienda riferendosi a quanto sta succedendo nelle capital chain. Come dargli torto, soprattutto se si allarga il pensiero a quello che sta accadendo nell’intero canale e nell’intera filiera, perché, per cominciare, anche l’industria non è immune da terremoti e non sono, per di più, solo terremoti di quote di mercato. E ha ancora più ragione se si lancia lo sguardo oltre l’anno, perché tanto si sta tuttora muovendo e molti equilibri sono destinati ancora a spezzarsi e altri a formarsi. Come ha detto qualcuno “L’orizzonte è fluido”. D’altronde manager, imprenditori, insegne e brand, tutto e tutti sono sottoposti oggi alla ‘grande’ prova del fuoco del mercato. Alcuni perderanno, altri vinceranno. E come abbiamo scritto in queste pagine, Darwin ci ha insegnato già nell’Ottocento che difficilmente si faranno strada i più forti, quelli che hanno le risorse e le energie per aspettare che i più deboli soccombano. Nella maggioranza dei casi vinceranno quelli che sapranno adattarsi alle mutate condizioni ‘ambientali’ segnando così un’evoluzione di questo mercato. Non a caso i player sia del trade sia dell’industria hanno sempre sostenuto che solo la concentrazione avrebbe aiuta-to questo mercato a trovare nuove strade, più solide. Ebbene, oggi abbiamo di fron-te un’orchestra che già vede ridursi il numero dei suoi componenti e cambiare i solisti e la loro posizione, ma perché avvenga un salto nella ‘nuova era’ serve che venga cambiato anche lo spartito. Quindi lasciate alle spalle le ‘difficili’ contro cifre del primo semestre e diventato meno cogente il ‘day by day’ sarà importante che la filiera provi nei prossimi mesi a suonare melodie diverse dalla sola musica delle “promozioni, promozioni, promozioni”. Certo, difficile credere che ciò sia possibile visto che in questi anni alla diffusa volontà dei singoli player del trade e dei brand di cambiare musica per il futuro delle proprie imprese e, a più ampio respiro, del mercato, ha fatto sempre da contraltare chi o coloro che hanno riproposto il solito ritornello che poi tutti, ovviamente, senza la minima esitazione, hanno ricominciato a suonare. Ma oggi persino la situazione politica italiana ci insegna che è il momento di ‘larghe intese’.Perciò, vista la posta in gioco, perché almeno non provarci?
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