GIOCHI DI RUOLO
È indubbio che grande parte dell’industria technical sia in cerca di nuovi equilibri e soprattutto di minimizzare i suoi costi e di massimizzare al contrario ogni efficienza possibile, sia a livello globale sia locale, soprattutto in mercati poco remunerativi e molto dispersivi come quello italiano. Si è dichiarato per diverso tempo, ora è concreta realtà, come ben sa la distribuzione. “Oggi la verità è che i retailer devono essere efficienti prima e anche per l’industria: vendere noi – perché, tra le tante cose, sono finiti i tempi delle giornate promoter senza limite -, formare noi e comunicare noi, costruire griglie ed esposizioni, controllare stock, consegne e resi, fornire un servizio d’assistenza post vendita” ha affermato un direttore commerciale di una nota realtà del canale. È vero, l’industria si sta ridimensionando in termini di numerica di player sul mercato e di risorse disponibili e di pari passo in termini di responsabilità di cui vuole e può ora farsi carico, tuttavia vendere, formare, comunicare, costruire griglie ed esposizioni e così via, sono compiti del retail, di certo non doveri autoctoni e tanto meno esclusivi dell’industria. Compiti che – ci viene da dire – però probabilmente il trade del canale eldom si è abituato in grande parte ad appaltare ai brand, come ha imparato a far tornare i conti preoccupandosi di far crescere sempre meno la qualità delle vendite e sempre più le voci extra dell’industria. Ora però “la coperta è corta” e quindi è inevitabile che anche il modello di relazione tra insegne e brand cambi e che quindi i retailer dovranno volente o dolente tornare semplicemente a fare il proprio mestiere e dall’inizio alla fine.
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