IL CATTIVO ESEMPIO
L’innovazione è il bello, ma anche il brutto del mercato technical. Non è un’eresia, lo diciamo perché il fatto che l’evoluzione tecnologica sia continua, spinge i player dell’industria, ma soprattutto quelli del retail, a “spremere” le novità e in generale le opportunità delle diverse categorie per fare business. In altre parole, a cogliere spesso semplicemente le occasioni – quelle più grandi e più facili, tra l’altro – e poco a strutturare il business in un’ottica di medio-lungo periodo. “Tanto arriverà certamente qualcosa di nuovo”, si sente infatti dire di frequente per giustificare certe miopie. L’esempio massimo è però il mondo dei Tv, categoria, come dice Andrea Musella, di TCL multimedia, nella quale sembra che “non si impari mai dagli errori” e piaccia molto, invece, accontentarsi del minimo sindacabile. Lo si è fatto nel periodo del plasma arrivando a vendere prodotti “con la nebbia” – così descrisse anni fa la definizione di certi schermi un manager dell’industria –, in tanti casi distribuiti o importati da player che hanno lasciato dietro di sé disastri e buchi che poi proprio la distribuzione ha dovuto rimediare/coprire. Lo si è fatto di nuovo con lo switch off quando molti retailer si sono limitati a vendere decoder di fascia super economica anche a chi era entrato in negozio per acquistare un Tv per il digitale terrestre. E lo si fa ahimè anche oggi, paradossalmente quando ci sarebbero invece le condizioni (ridimensionamento dei volumi di mercato, cambio di politica dei due big, crescita del sell out dei segmenti hi end o persino premium in molte categorie, etc.) per fare tutt’altro lavoro che dare spazio al primissimo prezzo, sottovalutando di nuovo, peraltro, anche le più palesi controindicazioni di questa politica. La cosa che stupisce è che è proprio vero che non si impara neppure (ahimè) dagli errori che fanno danni nei conti economici, ma pure che non si è ancora compreso che se si butta benzina sul fuoco, non si può pensare che l’incendio si riduca…Ovvero, se si continua a sollecitare il sell out di Tv sulla fascia sotto i 250 euro (per non dire sotto i 200 euro), non si può certo sperare che la domanda possa migrare almeno su Tv da 300-400 euro e smettere di (auto)convincersi che l’aumento del prezzo medio sia solo una sfida nelle mani della crescita della fascia alta…
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