Basta alibi
Notiamo con favore che il dibattito sul cinema italiano in estate sta lasciando le sedi dei tavoli interassociativi o dei convegni alle giornate professionali per diventare sempre più pubblico con interventi di sceneggiatori e produttori anche sulla stampa nazionale. Un segnale molto positivo perché fa capire che il problema è sempre più sentito e va oltre i luoghi consueti di dibattito, uscendo dalle “segrete stanze” della filiera. Speriamo che tutto questo serva, a poco a poco, a cambiare effettivamente l’atteggiamento, soprattutto di autori e produttori, nei confronti di un vero e proprio problema per tutta l’industria. Tutti a parole si dicono pronti a lavorare per far uscire film italiani nei mesi più caldi, andando oltre un imbuto che vede i nostri titoli in uscita tra autunno e primavera. Tuttavia, e siamo a metà marzo, se si guardano i film già posizionati dalle case di distribuzione ne troviamo solo due nella seconda parte di maggio: I peggiori di Vincenzo Alfieri (prodotto da IIF e Warner e distribuito dalla stessa major) e Una famiglia di Sebastiano Riso (prodotto da Indiana e Rai Cinema e distribuito da Bim). Tentativi coraggiosi ma per ora è troppo poco per coprire l’estate.
Al momento di andare in stampa, infatti, non risultano film italiani in uscita da giugno alla metà di agosto. Ecco perché temiamo fortemente che ci troveremo di fronte a un’ennesima stagione estiva senza film nazionali di peso protagonisti al box office. Da questo punto di vista, niente di nuovo sotto il sole. D’accordo, mancano ancora le selezioni dei film italiani a Cannes. Però dubitiamo che ci possano essere particolari soprese visto che autori come Garrone, Moretti, Sorrentino, Virzì, per citarne alcuni, quest’anno non saranno della partita con nuove produzioni. Parliamo sempre e comunque di film d’autore che, ormai si è capito, se sfruttano la coda festivaliera ne traggono grandi benefici. Ma quella che continua a mancare è la grande commedia popolare, il film dal potenziale commerciale alto che sia in grado di attirare pubblico in sala. Ecco perché, sullo scorso numero di Box Office, un po’ provocatoriamente abbiamo chiesto a Giampaolo Letta se Medusa sarebbe stata disponibile a far uscire il prossimo film di Zalone in estate. Senza scomodare il re degli incassi, occorre iniziare presto a lavorare su progetti ambiziosi per dare una svolta al mercato anche in estate, senza lasciarne il peso quasi esclusivamente sulle major americane. Ma questi progetti sono avviati? Occorreva metterli in cantiere l’anno scorso perché fossero pronti quest’anno. Giusto aspettare le decisioni ministeriali sui decreti attuativi della nuova legge cinema per vedere se effettivamente ci saranno incentivi a chi farà uscire film italiani da giugno in poi. Potrebbero essere una bella spinta, a patto che non servano per intasare poi il mercato di film inutili proposti solo per poter beneficiare dei crediti di imposta. Sarebbe un pericoloso autogoal, un boomerang da evitare. Inoltre, quello dei decreti attuativi, non deve diventare un alibi per non prendere decisioni e lasciare tutto più o meno immobile.
Guardiamo con favore anche all’eventuale campagna promozionale sull’estate cui Mibact, Anica, Anec e Anem dovranno dare vita dopo Cinema2Day. Se sarà efficace e se, soprattutto, diventerà una costante, potrà incentivare la frequentazione al cinema da giugno ad agosto ed essere uno stimolo per produttori e distributori a proporre film italiani anche nella stagione che meno li vede protagonisti. La strada è ancora lunga e tortuosa, ce ne rendiamo conto, ma questo processo di modernizzazione della nostra industria non si può fermare.
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