Il punto – Pochi aspetti positivi
È un po’ sconfortante – lo ammettiamo – ma ci troviamo alle giornate Ciné di Riccione ancora una volta con un mercato che arranca. Dopo i primi sei mesi della stagione, da dicembre a maggio, il mercato ha effettuato il suo giro di boa con un calo del 4-5% negli incassi; più pesante il confronto anno su anno (-7% sugli incassi e -12% sulle presenze). Siccome il 2017 scontava già l’assenza dei fenomeni Quo vado? e Perfetti sconosciuti, il confronto negativo con l’anno scorso è ancora più preoccupante. Rischiamo di diventare sempre più marginali in Europa. Evitiamo, però, disfattismi; c’è una seconda parte di stagione in cui poter recuperare il gap. E poi nel 2019 arriverà san Zalone (ma non è sano un mercato che si affida agli exploit dei singoli…). Guardando al bicchiere mezzo pieno, pur in una situazione negativa, un elemento confortante lo abbiamo registrato: la ripresa del cinema italiano. Certo, fare meglio dell’anno scorso con una quota di mercato del 17%, non era impossibile ma il 30% circa di market share realizzato al momento di andare in stampa dal nostro cinema, non era per niente scontato. Riferendoci a questa parte di 2018, abbiamo avuto belle soprese, basti pensare a Come un gatto in tangenziale; registi che sono tornati su alti livelli, come Gabriele Muccino con A casa tutti bene e Ferzan Ozpetek con Napoli velata; autori che sono una garanzia, come Carlo Verdone con Benedetta follia. Il cinema d’autore si è ben difeso con Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, Loro 1 e 2 di Paolo Sorrentino e Dogman di Matteo Garrone.
Si è provato a declinare la commedia con tonalità diverse come dimostrano Il vegetale, Metti la nonna in freezer e Made in Italy. Permane ovviamente la forte stagionalità della nostra cinematografia anche se qualche tentativo di scongelamento lo abbiamo visto. Basti pensare alla commedia Arrivano i prof. che è stata premiata dal posizionamento a inizio maggio e potrà fare da case history per il futuro. Piccoli segnali che, forse, qualcosa sta cambiando. Altro segnale positivo, la bella risposta degli spettatori per l’offerta di qualità alta di una serie di film usciti in stagione – non solo in zona Oscar – e che hanno ottenuto incassi di tutto rispetto, rinforzando le sale cittadine. Citiamo, tra gli altri, The Post, L’ora più buia, Il filo nascosto, Tre manifesti a Ebbing, Missouri e La forma dell’acqua. Ci sono state poi conferme (Star Wars, Cinquanta sfumature) e belle soprese (Assassinio sull’Orient Express, Wonder, Jumanji) ma il tema sempre più evidente di questa stagione è che ancora una volta sarà possibile il forte arretramento del mercato in estate. Non lo diamo ancora per certo perché i giudizi si danno solo alla fine, dati alla mano. Tuttavia, è fuori dubbio che, fino alla metà di agosto, i potenziali blockbuster che negli altri mercati o sono già usciti, o usciranno in queste settimane, da noi non sono previsti. Poteva esserci la scusa della nazionale di calcio ai Mondiali ma, tolto anche questo alibi, quello che rimane è un pacchetto di uscite in cui spicca veramente solo Ocean’s 8. Mentre scriviamo siamo alla vigilia di CineEurope, le giornate professionali europee che quest’anno assumono un’importanza più rilevante anche perché saranno sede di un meeting a porte chiuse tra distributori italiani e major con i referenti americani, proprio per vedere di trovare una soluzione al problema estate che zavorra il nostro mercato. Auspichiamo fortemente che le associazioni annuncino a breve un piano di sviluppo dell’estate che non guardi solo al 2019 ma anche oltre. Attendiamo fiduciosi questo progetto che, se confermato, dovrà portare inevitabilmente a un dialogo, serio e costruttivo, tra esercenti e distributori per non sprecare forse l’ultima occasione possibile di dare vita a un mercato di dodici mesi con il contributo attivo e propositivo di tutti i soggetti della filiera.
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