Il Governo non interviene su crisi negozi
Cedolare secca e maggiore libertà nei contratti per gli affitti non abitativi sarebbe la ricetta, secondo Confedilizia, per evitare la fuga dei negozi dai centri urbani denunciata da Confcommercio. «Locali vuoti, centri storici abbandonati, strade deserte, degrado, senza considerare le chiusure e la perdita di posti di lavoro, ma non viene approvata neanche una misura dal costo di soli 15 milioni di euro». È questa la denuncia del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che biasima il Governo per non aver approvato in Senato un emendamento al decreto Sud finalizzato a introdurre sperimentalmente, nelle sole Regioni del Mezzogiorno, la cedolare secca sulle locazioni commerciali. «L’unico modo per tentare di restituire un minimo di redditività a un investimento che è stato completamente annientato dalle tasse, che erodono fino all’80% del canone di locazione, tra Irpef, Imu, Tasi, addizionali, imposte di registro e di bollo», prosegue Spaziani. «A questo punto non si sa cosa pensare. Il commercio e l’artigianato diffuso sono stati assicurati – da sempre – dal risparmio di famiglie che hanno investito i loro redditi in locali da affittare. Da tempo questo investimento non garantisce un reddito e i proprietari tentano di disfarsi dei loro immobili».
© RIPRODUZIONE RISERVATAIn caso di citazione si prega di citare e linkare www.e-duesse.it