Beko a tutto campo
Cominciamo da una domanda ‘personale’. Il suo arrivo la scorsa estate è stato un segnale di grande discontinuità rispetto al passato. Quali sono gli ambiti su cui ha concentrato la sua attività in questi mesi? Quali le sue priorità?
In questi primi mesi, il canale sul quale mi sono concentrato maggiormente è stato senza dubbio quello dei mobilieri, priorità n. 1 per l’Italia, per una crescita sostenibile, ma anche globale per tutto il Gruppo, creando equilibri stabili tra il canale fisico e l’online. Il canale dei kitchen specialist viene approcciato da circa sei mesi da Grundig, con una distribuzione selettiva a una numerica di cucinieri di fascia medio-alta e da Beko. Per quest’ultimo prevediamo una ulteriore espansione con l’ingresso nel canale eldom, con una linea da incasso. Infine mi sono dedicato a creare un team per il ped, altra priorità del Gruppo: direttore vendite e product manager, persone con esperienza nel settore che si dedicheranno allo sviluppo del business sia nel breve che nel medio-lungo periodo.
A livello di mercato, una delle evidenze che salta agli occhi è la disparità fra la posizione occupata da Beko a livello europeo e quella nel nostro Paese. In che modo a suo avviso è possibile colmare questo gap?
Gran parte di questa disparità deriva dal ritardo temporale con cui Arcelik è partita in Italia, ultimo Paese tra quelli dell’Europa occidentale. (…) Beko ha iniziato la sua attività in Italia soltanto 10 anni fa con pochi prodotti free standing e nel built in è entrata solo nel 2011. Diciamo che la vera crescita del brand in Italia è iniziata nel 2013, parliamo quindi di soli 5 anni. Colmare il gap non sarà semplice, ma abbiamo i prodotti giusti, una qualità eccellente oltre a un forte piano di comunicazione che sono certo insieme ci consentiranno di crescere, come del resto abbiamo fatto negli ultimi anni.
Nel nostro Paese Beko viene ancora associata a un’offerta dal posizionamento aggressivo e dal price index basso. Quali passi avanti sono stati fatti in questa direzione?
Oggi il price index di Beko è 70, 15 punti superiore ai primi anni di attività, 3 punti superiore anche solo a un anno fa, in un mercato in cui abbiamo vissuto un’erosione del prezzo medio di circa 3 punti. Beko non è più la marca d’ingresso, in diverse categorie abbiamo un price index superiore a quello di blasonati concorrenti diretti. Comunque il nostro obiettivo è quello di crescere nel mix prodotti per migliorare ulteriormente il price index e allinearci nel giro di un paio di anni alla media europea.
L’intervista integrale è disponibile sul numero di maggio di Trade Bianco.
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