“Ci preoccupano i player dotati di un asso nella manica di fronte al quale siamo disarmati perché non tutelati”
All’appuntamento promosso da Aires con Confcommercio Bari sul tema della Web Tax, e in particolare Retail Web Tax, presso il capoluogo pugliese non poteva manca l’onorevole Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, da anni impegnato su questo fronte. “Quando ho proposto la web tax, nel 2013, pensavo che fosse una misura tranquillamente condivisibile non mi aspettavo tutto quello che ne è scaturito. Le grida di dolore del settore del retail vanno fatte sentire attraverso la nostra voce: noi siamo dalla parte della regolazione del mercato e se in quattro anni non si è riusciti a fare interventi normativi è perché, ad un certo punto, si sono uniti grandi interessi economici con l’inerzia della politica”. Un punto di vista che è stato accolto da Alessandro Butali, presidente di Aires, ovviamente positivamente perché in linea con la par condicio fiscale che da tempo l’Associazione sollecita e sulla quale nell’ultimo anno è impegnata in modo particolare. “Nulla spaventa di più gli imprenditori e gli investitori dell’incertezza e il dover svolgere la propria attività in un contesto di onerose regole non paritetiche. Siamo in prima linea nel mettere a sistema soluzioni avanzatissime utilizzando al meglio – e meglio di tanti presunti innovatori più di nome che di fatto – le opportunità offerte dalla Rete e dalla Trasformazione Digitale e avere concorrenti grandi e agguerriti per noi è sempre stato uno stimolo a fare meglio. La concorrenza, se leale e a condizioni simmetriche, non ci fa paura, anzi ci sprona a migliorare” ha nel dettaglio dichiarato Butali: “quello che ci preoccupa è il fatto che possano rafforzarsi operatori presenti e affacciarsi sulla scena nuovi soggetti dotati di un asso nella manica di fronte al quale siamo disarmati perché non tutelati dall’Europa e neppure dall’Italia”. Il presidente di Aires ha infine concluso: “Il nostro auspicio è quindi quello che nelle riunioni del G7 economico si prendano decisioni chiare, con tempi certi e una road map ben definita. Il tempo è scaduto: le nostre imprese hanno retto con sforzi immensi e nonostante questa lunghissima crisi dei consumi stanno reagendo e mantenendo, nella grandissima parte dei casi, i livelli occupazionali, in alcuni casi addirittura riqualificando il personale e migliorando le condizioni di lavoro. Non speriamo di fermare il vento con le mani. Chiediamo solo pari condizioni”.
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