Il ddl cinema fa già discutere
Sono due gli elementi emersi dalla presentazione di ieri, alla sede del Pd del Nazareno a Roma, del ddl con la senatrice Rosa Maria Di Giorgi (Pd) prima firmataria e sottoscritto da 46 senatori di vari gruppi parlamentari, in materia di ‘Riassetto e valorizzazione dell’attività cinematografiche e audiovisive, finanziamento e regime fiscale. Istituzione del Centro nazionale del cinema e delle espressioni audiovisive’. “Questo è un testo base, un canovaccio. Quest’estate studiatelo, potrete fare le vostre osservazioni nelle audizioni, che partiranno da settembre. Siamo aperti alle vostre critiche anche feroci, a tutte le vostre osservazioni per apportare cambiamenti”, ha spiegato Di Giorgi. “Le audizioni dureranno due mesi, vorremmo che la legge fosse pronta per fine anno, per essere integrata con il provvedimento sul cinema a cui sta lavorando il ministero dei Beni Culturali”. Lo ha confermato più tardi anche il ministro Franceschini: “Stiamo lavorando come governo su un ddl cinema sulla base del fatto che è previsto dalla finanziaria quindi è un atto dovuto. Le proposte parlamentari come quella del Pd arricchiscono questo percorso e alla fine in parlamento immagino si unificheranno nella discussione. C’è bisogno di riforme, questo ddl è un contributo utilissimo”. Ad ascoltare i punti chiave del provvedimento, in attesa delle audizioni, c’erano fra gli altri: Nicola Borrelli, direttore generale del Cinema per il ministero dei Beni Culturali e Turismo, Marcello Foti, direttore generale del Centro Sperimentale di Cinematografia, Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema. Secondo Francesco Bruni, presidente dei 100autori, per il testo del ddl del Pd “si sarebbero dovute sentire le parti anche prima. Credo di interpretare l’assenza di Anica oggi come segno di malumore rispetto a questo” ha detto. Pronta la risposta di Lorenza Bonaccorsi, segretario generale cultura e turismo del Partito Democratico: “Questo testo non è scritto col sangue, è un punto di partenza. Se Anica non viene perché non le sta bene, ci dispiace ma non mi sembra un atteggiamento costruttivo”. Il punto di vista dell’Anica lo spiega il presidente Riccardo Tozzi: “Ci sembra un po’ strano si arrivi senza consultazioni a un testo di legge già così compatto. Ora si può intervenire solo sui particolari. Il nostro non era un gesto d’ostilità, oggi non ci sembrava il caso di entrare nel merito, visto che abbiamo avuto il ddl solo da qualche giorno. Comunque parteciperemo alle audizioni”. Inoltre in contemporanea con l’incontro al Nazareno “c’era stamattina l’assemblea nazionale dell’Anica – precisa – altrimenti sarei andato”. Anche Tozzi esprime dubbi su come è stato concepito il Centro nazionale del Cinema: “E’ una costruzione che non ci piace, rischia di essere solo un’enorme entità burocratica”. Di diverso avviso Rosa Maria Di Giorgi: “Lo creiamo proprio per diminuire la burocrazia, invece di quelle di dieci enti, ce ne sarà una ma efficiente e agile”. E sul non aver consultato le parti prima del testo, sottolinea: “Abbiamo cercato un metodo diverso, volevamo avere un testo su cui impostare la discussione, serviva un cambio di passo”.
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