L’esercizio piange Rondi
La scomparsa, a 94 anni, di Gian Luigi Rondi ha suscitato profonda emozione nel mondo dell’esercizio. Lo ricorda il presidente Anec, Luigi Cuciniello: «È stato uno dei primi e più rappresentativi esempi del lavoro di critico cinematografico: un punto di riferimento e un modello per tutti, sia che se ne condividessero i giudizi sia che si “militasse” in correnti di pensiero ed estetiche differenti. Da quel punto di osservazione discesero tutte le altre, numerosissime attività: a partire dai premi David di Donatello dedicati alla nostra cinematografia, in cui fu coinvolto fin dagli inizi e sempre seguiti con dedizione e passione assoluta, fino ad essere identificati con la sua persona». Cuciniello sottolinea anche il suo lavoro «per l’organizzazione e direzione di tanti festival e premi, a partire della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, di cui è stato direttore nel difficile biennio di transizione 1971-1972 e poi dal 1983 al 1986, ma anche tra gli altri i premi Vittorio De Sica, gli Incontri Internazionali di Sorrento e pochi anni fa il festival di Roma, di cui è stato presidente». Rondi ha rivestito anche molteplici incarichi istituzionali, come la presidenza della Biennale di Venezia, la partecipazione a varie commissioni ministeriali per la cinematografia, la vicepresidenza di Cinecittà e in ultimo la chiamata a commissario straordinario della Siae, avendo anche esperienze sul versante artistico come regista di molti documentari (in particolare sul cinema, sulla storia e sull’arte) e collaboratore alle sceneggiature di film, tra gli altri, di nomi come Pabst e Mankiewicz, nonché autore di saggi storici e libri sulla Settima arte. «Una figura unica e probabilmente inimitabile, che ha segnato un’epoca storica anche in virtù dei suoi rapporti coltivati per decenni con grandi personalità del cinema italiano e internazionale», chiosa Cuciniello. Si aggiunge al cordoglio anche Domenico Dinoia, presidente Fice: «Con la scomparsa di Rondi se ne va un testimone e al tempo stesso un protagonista del cinema italiano. Rondi sarà ricordato non solo per essere stato il “padre” del David di Donatello, ma anche per il suo ruolo di organizzatore di cultura e di acuto critico cinematografico. Una vita, la sua, spesa fino all’ultimo istante a sostegno del nostro cinema».
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