Aires “Il canale è sotto pressione per la concorrenza asimmetrica innescata da Amazon”
Dopo la divulgazione dei report GfK , i direttore generale di Aires, Davide Rossi, ci tiene a parlare di una sostanziale tenuta dei consumi complessivi dal momento che il perimetro retail riporta “solo un lieve calo dello 0,8% e alcuni settori hanno riportato trend vivaci: tra questi svetta la climatizzazione con + 17% grazie ad una estate particolarmente torrida, seguito dalla telefonia (+3%), dove dopo un triennio di crescite a doppia cifra lo ged e ped (+1% e -1%), in terreno negativo invece il segmento Tv e video (- 8%) e i Computer (-4%). In senso generale si registra una crescita del 9% delle vendite in e-commerce che comprendono anche formule ibride (ordina on-line e ritira in negozio)”. Detto ciò Rossi aggiunge: “Pesano tuttavia sul settore le situazioni di alcune imprese che, a seguito della cattiva performance degli ultimi 12 mesi, hanno dovuto dichiarare lo stato di crisi. Se confrontarsi con un anno che si contrae dello 0,8% rispetto al 2016 non è di per sé grave, come è facile comprendere, tuttavia il settore è sotto pressione a causa della concorrenza asimmetrica innescata da Amazon e dalle imprese che ad essa fanno riferimento”. Ancora una volta quindi il dg di Aires evidenzia che “È indispensabile che vengano attuate misure non protezionistiche ma di semplice ristabilimento di regole uguali per tutti gli operatori. Oltre ai noti temi della tassazione e del costo del lavoro, segnaliamo che le vendite sottocosto sono fortemente regolamentate nei negozi fisici e prive di ogni previsione normativa nell’on-line, così come non è prevista alcuna responsabilità automatica delle piattaforme OTT che non verificano la correttezza dei venditori che ospitano e promuovono tramite i propri marketplace”. Rossi conclude: “Non bisogna dimenticare che tutti i nostri operatori sono attivi sia tramite i negozi fisici che con i propri siti e anche apps; quindi il problema non è certamente la crescita dell’e-commerce, ma il fatto che alcuni rivenditori on-line non mirano a generare utili dalla attività di retail ma si muovono in perdita per scelta strategica e predatoria. A tutela degli oltre 16.500 addetti diretti dei nostri associati e delle imprese dell’indotto, auspichiamo che, non appena insediato il nuovo Governo, si metta mano – anche per decreto d’urgenza – alla regolamentazione del settore per ristabilire una par condicio concorrenziale”.
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