“E’ stato firmato un decreto contradditorio”
Andec in merito alla comunicazione nella tarda serata di venerdì 20 giugno, sul sito Internet del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, attraverso un comunicato stampa della firma da parte del Ministro Franceschini di un Decreto sulla copia privata, fa sapere che “Il titolo stesso del comunicato ministeriale ‘Salvaguardato diritto d’autore per gli artisti, nessuna tassa sui telefonini’, smentisce già in tal modo la semplice realtà delle cose.”. Andec evidenzia che il comunicato “contiene infatti affermazioni discutibili e fuorvianti. Nel dettaglio asserisce che 1) le nuove risorse serviranno a promuovere “esordienti e opere prime”, quando è noto che il gettito premia soprattutto le major internazionali ed i “big” dello star system; 2) nega che si tratti di una “tassa sui telefonini”, ma poi informa che qualunque smartphone, indipendentemente dalla capacità di memoria e soprattutto dall’uso che ne fa il consumatore finale, verrà assoggettato alla fonte da un costo aggiuntivo pari a 4 euro, applicando cioè esattamente la stessa “logica” delle tasse; 3) parla di “creatività garantita” cioè del compenso per copia privata come corrispettivo del lavoro degli autori, come se il compenso pagato da chi produce e importa apparecchi e supporti audio/video dovesse rappresentare la remunerazione del lavoro creativo. 4) azzarda affermazioni sull’invarianza dei prezzi di vendita, come se fosse il Ministero a poter decidere se nuove componenti di costo dei prodotti arbitrariamente colpiti dal compenso possano o meno influire sulla determinazione dei prezzi di vendita degli stessi; 5) afferma in modo imprudente che smartphone e tablet sono abitualmente venduti “a prezzo fisso”, in paradossale, evidente contrasto con le norme antitrust italiane ed europee in materia di libera determinazione del prezzo di rivendita dei prodotti. Non da ultimo Andec evidenzia che il comunicato riporta una tabella comparativa dei compensi utilizzando come unici riferimenti europei la Francia e la Germania, cioè gli unici Paesi del Continente con compensi maggiori di quelli italiani. Nella tabella mancano sia delle categorie, sia le medie del compenso nei 23 Paesi e nel caso della Germania compare persino la paradossale scritta “non disponibile”. L’associazione non può che quindi “esprimere delusione e rammarico per un provvedimento anacronistico e punitivo, “spinto” a furor di petizioni dal gotha della produzione artistica e finalizzato a drenare risorse da un settore in oggettiva difficoltà (quello dell’elettronica di consumo, in calo verticale da anni sul mercato italiano) per “compensare” un altro settore ritenuto arbitrariamente più meritevole di attenzione e di generose elargizioni con le tasche altrui”.
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