RAEE, questo “sconosciuto”
Sono 18 su 100 gli italiani che sono a conoscenza della possibilità di poter consegnare gratuitamente i vecchi ped e device elettronici nei punti vendita. È il dato più rilevante e “allarmante” che è emerso dall’indagine realizzata da Ipsos Italia per Ecodom e Cittadinanzattiva sui comportamenti degli italiani nella gestione dei RAEE e presentata oggi dal presidente di Ipsos Italia Nando Pagnoncelli, alla presenza tra gli altri di Ermete Realacci, presidente Commissione Ambiente Camera, Sergio Cristofanelli, presidente Comitato di Vigilanza e Controllo RAEE e Davide Rossi, direttore generale di Aires-Confcommercio.
La ricerca condotta attraverso oltre 2.000 interviste, ha evidenziato che meno di un intervistato su 4 (18%), quindi una quota ancora marginale di popolazione, riconosce correttamente i RAEE. Due su cinque (40%) ne hanno solo un’idea approssimativa mentre la maggioranza relativa (42%) non li conosce affatto. Per quanto riguarda le fonti di informazioni sul RAEE, per chi ne è a conoscenza, il 31% ne viene a conoscenza dalle amministrazioni pubbliche, un ulteriore 31% dalle aziende di igiene urbane e solo il 10% dai negozianti.
In merito alle modalità di dismissione, prevalgono i comportamenti virtuosi, nel 60% dei casi tramite il ricorso alle società di igiene urbana e nel 9% dei casi tramite i negozianti, ma le cattive abitudini di conferimento pesano ancora il 17%. Queste ultime scendono al 10% tra coloro che sono informati sui RAEE, mentre tra chi non conosce i RAEE l’incidenza di modalità di conferimento non corrette è ancora più elevata (22%). Nello specifico, sono MP3 (45%), spazzolini elettrici (29%), calcolatrici e cuffie (27%) ad essere dismesse in modo non corretto, principalmente insieme ai rifiuti generici. Rispetto alla precedente indagine effettuata da Ipsos per Ecodom nel 2011, i cittadini riconoscono di avere le principali responsabilità degli scarsi risultati di raccolta dei RAEE (in media il 35%, che però a Roma sale al 41%), ma chiamano in causa – oltre alle amministrazioni locali e aziende di igiene ambientale – anche il canale distributivo (13%), seguito dai produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (11%).
Di positivo l’indagine evidenza che c’è una leggera maggiore conoscenza della normativa uno conto uno, rispetto al 2011 (+13%), anche se solo il 30% del campione dichiara di conoscerlo in modo approfondito: un 44% degli intervistati, a distanza di otto anni dall’entrata in vigore, ancora non conosce questa possibilità di conferimento. Il 42% di coloro che sono a conoscenza dell’uno contro uno ha anche utilizzato questo servizio (in media 2,6 volte). La notorietà del decreto uno contro zero, invece, è ancora piuttosto contenuta (18%).
«La ricerca evidenzia certamente un gap informativo da colmare nel settore della raccolta dei RAEE» dichiara Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos Italia «Lo attesta la maggiore diffusione di comportamenti di conferimento virtuosi tra coloro che conoscono questa tipologia di rifiuti e i decreti che ne regolano la gestione, a differenza di coloro che non li conoscono, che rappresentano i principali responsabili delle cattive abitudini ancora diffuse. Gli italiani riconoscono grandi potenzialità al decreto ‘uno contro zero’ a cui, se sostenuto da campagne di comunicazione e da una maggiore convinzione dei rivenditori, viene attribuita la capacità di contribuire alla crescita della raccolta dei piccoli RAEE».
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