Ikea: punti vendita aperti ma scioperi in tutti gli store
Secondo Fisascat Cils l’adesione dei lavoratori Ikea allo sciopero nazionale indetto dai sindacati di categoria l’11 luglio è stata attorno all’80%. Si tratta della prima mobilitazione nazionale da quando la catena è arrivata in Italia. Ciononostante l’azienda svedese ha voluto tenere aperti i 21 punti vendita avvisando i clienti di possibili disagi. I sit-in fuori dai negozi, hanno informato da Filmcams-Cgil, hanno assunto “forme fantasiose”, come volantinaggi e momenti di intrattenimento e musica per le persone che si recavano presso gli store. Una nota Ikea invece informa che “in buona parte dei negozi l’adesione allo sciopero è stata scarsa o nulla”. Tra gli argomenti del “contendere” c’è la possibilità di rivedere la retribuzione variabile per adattarla al nuovo contesto competitivo. Ikea infatti in un comunicato del 4 luglio, all’indomani della decisione di indire lo sciopero nazionale, ha sottolineato nuovamente il “disavanzo complessivo di 53 milioni di euro” negli ultimi tre anni di bilanci italiani, e ha ribadito che la strada dello sciopero non aiuta il dialogo “in cui Ikea crede da sempre”. L’intenzione della catena è “giungere alla stipula di un contratto integrativo innovativo e sostenibile” ma è stato anche sottolineato che “l’Italia del 2015 non è più quella del 2000” quando è stato stipulato il contratto ora da rivedere.
A sua volta Vincenzo Dell’Orefice, segretario nazionale della Fisascat, ha notato che “il conto economico in Italia per Ikea ha fatto registrare dei disavanzi non solo in occasione della crisi ma di diverse aperture del solito format commerciale in contesti territoriali maggiormente destrutturati rispetto a quelli nei quali Ikea continua ad avere un positivo risultato economico”.
Il prossimo incontro per discutere il nuovo contratto integrativo è previsto per il 22 luglio.
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