4mld per il passaggio delle frequenze tv al mobile
Destinare le frequenze della banda 700 alle tlc potrebbe costare oltre 4mld di euro ai Paesi dell’Ue. La proposta della Commissione Europea di cambiare la destinazione d’uso delle frequenze entro il 2020 potrebbe generare ricavi per 11mld per le gare di assegnazione e lo sviluppo del web, ma allo stesso tempo tradursi in costi per operatori e consumatori. Secondo le stime del gruppo di lavoro di Gunther Oettinger, commissario per l’economia e la società digitali, serviranno circa 180-245mln per il restacking, lo spostamento dei mux nella banda 700 verso le frequenze che restano ai broadcasting, quelle dai 470 ai 694MhZ (in questa banda, secondo quanto riporta “Italia oggi”, in Italia sono presenti tre mux di Mediaset, uno di Persidera, PrimaTv, Rete Capri e le frequenze complementari di La7). Va considerato inoltre l’eventuale spesa per indennizzi o rimborsi per quei Paesi in cui le licenze sono state concesse agli operatori tv fino al 2032. Ci sono poi da considerare i costi per il passaggio al Dvb-T2, il Dtt di seconda generazione, che vanno dai 450mln di euro (per lo standard di compressione attuale, Mpeg) agli 896mln di euro (il nuovo Hevc, che consente maggiore qualità occupando meno banda) per i solo operatori, cui si aggiungerebbero quelli dei consumatori per l’acquisto dei nuovi decoder, per un impatto sulle prime case tra i 616mln e 1,6mld e di 1,3/3,3mld sul totale case: un esborso per una media di 40/100 euro per l’acquisto dei decoder. Il 68% dei costi totali saranno a carico dei consumatori italiani, francesi e spagnoli, Paesi dove sarà maggiormente necessario installare i nuovi dispositivi.
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