Rai: dai sindacati dubbi sul piano industriale
Slc Cgil ha presentato un ampio documento di analisi del Piano industriale Rai. Promosse le scelte di passare dal modello verticale delle direzioni di rete a uno orizzontale definito per contenuti, così come l’uso sinergico delle varie piattaforme «per portare informazione immediata e approfondimento ad un pubblico sempre più largo» e la decisione di procedere rapidamente con gli investimenti in tecnologie e personale. Ci sono però molti aspetti ancora oscuri, secondo il sindacato, in particolare sul perimetro aziendale e su quali saranno i modelli produttivi ed organizzativi futuri, gli investimenti sui centri di produzione e le direzioni generali. Perplessità, inoltre, sul reperimento delle risorse: «Le risorse dedicate allo sviluppo nel triennio sono circa 360mln, di cui poco più della metà (200mln) per sviluppo tecnologico. Di queste risorse, circa un terzo è previsto siano reperite attraverso risparmi aziendali (130mln) ed aumento di ricavi (inferiori a 100mln)». La tenuta economica, riflettono i sindacati, «si fonda su un incremento immediato di entrate derivanti da pubblicità ed attività commerciali, tutte previsioni basate sull’ottimismo più che su dati reali di mercato e sull’analisi d’andamento degli ultimi anni». Nel documento di analisi, si chiede che l’intero prelievo del canone sia destinato al Servizio pubblico («Non solo perché il Canone è il sostegno pubblico più basso d’Europa, ma anche perché i sistemi di finanziamento dell’editoria piuttosto che dell’emittenza locale, per loro natura, debbono far parte di specifici e chiari capitoli di spesa pubblica».
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