Il 2 agosto sarà l’ultimo giorno utile per raggiungere un accordo tra Sky e i lavoratori di Roma, evitando la procedura di licenziamento messa in atto dopo la riorganizzazione dell’azienda, che ha spostato le attività su Milano. Il 31 luglio si terrà un incontro con il ministero del Lavoro, ma i sindacati (Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni) sembrano scettici, alla luce dell’incontro con l’azienda di lunedì e che vede i due soggetti ancora distanti. Il licenziamento collettivo, ricorda Il Sole 24 ore, coinvolge 102 dipendenti tra tecnici e personale amministrativo (i giornalisti hanno trovato un accordo il 6 aprile), mentre altri 22 lavoratori hanno trovato una soluzione individuale con Sky. I sindacati dicono che l’azienda non ha mostrato alcuna apertura sulle proposte presentate dalle organizzazioni, tra cui «la trasformazione in part time per 35 unità sul sito di Roma; l’accompagnamento alla pensione (art. 4 legge n. 92 del 2012); mantenimento di alcune attività sul territorio di Roma per le quali non si ravvisano costi aggiuntivi per l’azienda; utilizzo dello smart working e del telelavoro per agevolare la permanenza sul sito romano dei lavoratori con remotizzazioni di attività da Milano a Roma; incentivi congrui per coloro che vogliono volontariamente dimettersi». «Vista la reiterata rigidità aziendale», prosegue la nota delle organizzazioni, «i sindacati continuano a sollecitare l’intervento fattivo delle istituzioni nazionali e locali, auspicando che prevalga il buonsenso, al fine di scongiurare 124 licenziamenti in una azienda che incassa notevoli utili e cresce sul mercato».
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