R4 vietati a Roma e Palermo
Il 13 ottobre 2010 il Tribunale di Roma, Sezione specializzata in materia di proprietà industriale e intellettuale, ha emesso un’ordinanza nei confronti di un’azienda che ha prodotto, distribuito e commercializzato i dispositivi (come la nota scheda R4) che permettono di utilizzare videogiochi copiati sulla console Nintendo DS. Allo stesso modo, il 19 ottobre 2010, il Tribunale di Palermo, Sezione specializzata in materia di proprietà industriale e intellettuale, in un simile procedimento, ha emesso un’ordinanza nei confronti di un’altra azienda per le stesse ragioni. Le decisioni del Tribunale di Roma e del Tribunale di Palermo hanno stabilito che i sistemi per utilizzare videogiochi copiati violano le norme sul copyright e che coloro che li distribuiscono agiscono illegalmente e sono pertanto vincolati a rimborsare le spese sostenute per le procedure legali conseguenti. Entrambe le pronunce sono in linea con precedenti pronunce della giustizia italiana, in particolare quella del Tribunale Civile di Milano, che aveva già confermato la natura illegale dei suddestti sistemi. Entrambi i tribunali hanno diffidato le aziende imputate dal produrre, distribuire e commercializzare tali dispositivi, disponendo il sequestro materiale dei dispositivi in possesso delle aziende. “La pirateria in Italia rappresenta un grave problema, che continua a colpire l’industria dei videogiochi. Si pensa erroneamente che l’utilizzo di accessori che permettono la duplicazione di videogiochi sia un comportamento accettabile e privo di conseguenze legali», ha affermato Andrea Persegati, direttore generale di Nintendo Italia, «Nintendo, insieme ad AESVI (Associazione Editori Software Videoludico Italiana), continua ad impegnarsi strenuamente nella prevenzione della proliferazione di tali dispositivi sul territorio italiano. Oggi ci dichiariamo molto soddisfatti delle decisioni positive del Tribunale di Roma e del Tribunale di Palermo, che hanno inflitto un duro colpo a coloro che non rispettano una legge ormai ben chiara a tutti».
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