Ubisoft: market share record per l’Italia
Si sono tenuti ieri, 30 giugno a Milano gli Ubidays, evento B2b organizzato da Ubisoft per incontrare le principali insegne presenti sul territorio italiano e mostrare in anteprima i titoli della line up che sarà protagonista dei prossimi mesi. Nel 2014 il publisher ha raggiunto il market share più alto da quando opera direttamente sul mercato italiano, pari al 15,6%. Di seguito Ricardo Cones anticipa quali saranno le priorità per i prossimi mesi e le previsioni per il settore, che potrebbe finalmente arrivare a un punto di svolta.
Gli Ubidays continuano a essere un appuntamento molto apprezzato dai retailer, ma perchè non tornare ad un evento B2b che coinvolga tutto il settore?
«Siamo convinti che gli Ubidays rimangano al momento una formula molto efficace in un contesto come quello che sta attraversando ora il mercato italiano in cui, per vari motivi, nonostante se ne senta la necessità, è difficile coordinare tutti i player dell’industria in un unico appuntamento com’erano in passato ad esempio Medpi e Idef. Nonostante sia impegnativo coinvolgere tutti i clienti per una giornata dedicata, i feedback per gli Ubidays sono sempre positivi, è uno appuntamento molto utile sia per il trade, sia per la stessa Ubisoft. Sono convinto che in futuro, quando il settore tornerà a crescere, si riapriranno le opportunità per tornare ad una fiera dedicata».
Il 2014 per Ubisoft è stato un anno molto positivo. Cosa vi aspettate per l’anno in corso e per il mercato in generale?
«Per quanto ci riguarda l’obiettivo per quest’anno è quello di consolidare quanto di buono fatto nel 2014, quindi di mantenere il market share acquisito. Dalla nostra abbiamo una line-up di grande qualità, soprattutto molto varia. Chiaramente molto dipenderà da quanto bene andranno le console. Oggi se parliamo di next gen in Italia c’è un dominio di PS4. Quindi se ad esempio consideriamo una IP forte, il rapporto di sellout al momento è di 1 a 4 nei confronti di Xbox One. Se Microsoft riesce a ridurre il gap le cose potrebbero migliorare anche per i publisher, magari riducendo il rapporto a 1:3 entro la fine dell’anno. Siamo convinti di poter lavorare bene sui nuovi formati, lo scontino dei titoli full-price è alto e questo è un bene. Rimangono due incognite, ovvero quanto potranno vendere i titoli old gen se venduti a prezzi accessibili e come potranno andare le IP su Nintendo Wii. Per il mercato software in generale prevediamo finalmente un ritorno alla crescita, seppur limitata, con un +1, +2%. Sommando anche l’hardware, la crescita dovrebbe essere leggermente più consistente, intorno al 5%. Comunque sarà importante l’inversione di tendenza dopo anni critici. Poi c’è anche da considerare il digitale, un segmento sicuramente in crescita che oggi non è fotografato, ma che ha un ruolo fondamentale. Anche per Ubisoft, grazie a novità come Rainbow Six Siege e Tom Clancy The Division inizierà ad avere un peso più importante».
Cosa chiedete invece al trade per massimizzare il sellout dei vostri prodotti nei prossimi mesi?
«Chiediamo di credere nelle nostre IP dedicando degli spazi permanenti ai nostri franchise, soprattutto per guidare il consumatore all’acquisto dei titoli consolidati. Per le nuove IP invece sarà molto importante organizzare delle sinergie di comunicazione tra cliente e publisher, sopratutto sulla parte social e sulle piattaforme digitali. Tutte le insegne hanno i loro siti, tutti hanno una visibilità online molto forte e creare delle partnership mirate su questo fronte sarà fondamentale per raggiungere e convincere il consumatore».
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