Antitrust: agevolare la vendita di carburanti negli ipermercati
Con una nota ufficiale l’Antitrust, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha chiesto ieri a Parlamento, Governo e Regioni di rimuovere tutti i vincoli che bloccano l’evoluzione del mercato della distribuzione dei carburanti «per aumentare la competitività del settore e ridurre il prezzo industriale, in Italia costantemente più elevato della media di 15 paesi UE». L’Autorità sottolinea che, nonostante la necessità di ristrutturare e modernizzare la rete di distribuzione dei carburanti sia da tempo enunciata quale priorità degli interventi del legislatore nel settore, i progressi ottenuti sono stati insufficienti. «Dai 39.000 punti vendita del 1980 – recita il comunicato – si è arrivati agli attuali 25.000, numero comunque particolarmente elevato. L’erogato medio per impianto è notevolmente inferiore alla media europea e solo un’esigua percentuale di distributori è dotata di impianti self-service mentre si registra una presenza del tutto marginale degli operatori della Grande Distribuzione Organizzata (GDO)». Secondo l’Antitrust, infatti, per ottenere un’effettiva razionalizzazione e ristrutturazione della rete, che abbia benefici effetti per i consumatori in termini di minor costo del prodotto e migliore qualità del servizio, occorre utilizzare proprio la leva della GDO, la cui presenza è inferiore allo 0,5% sul totale dei punti vendita e all’1% in volume. In Germania, nel Regno Unito ma soprattutto in Francia, ad esempio, la percentuale delle vendite di carburante attraverso il canale della GDO supera in volume il 50% del totaleL’Autorità ricorda infine che già nel novembre 2004 aveva trasmesso una segnalazione al Parlamento, al Governo e alle Regioni, ma la legge nazionale impone tuttora restrizioni quantitative all’entrata di nuovi operatori (distanze e superfici minime obbligatorie), lasciando che siano le Regioni a determinare i criteri per l’installazione dei nuovi impianti in base a parametri quali l’erogato totale regionale, i veicoli circolanti, il numero di abitanti, il numero punti vendita esistenti, i flussi di traffico, la stagionalità della domanda per motivazioni turistiche, distanze e superfici minime. Infine l’Antitrust chiede di liberalizzare gli orari per la vendita di carburante, anche e soprattutto per allinearli a quelli di apertura e chiusura dei centri commerciali.
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