Piano anti-crisi: introdotta la “porno tax”

Torna la “porno tax”, prelievo fiscale aggiuntivo che colpisce l’industria dell’eros, compresa la trasmissione di programmi tv a luci rosse. È una delle misure introdotte dal piano anti-crisi del governo, all’articolo 31. Chi produce e commercializza materiale pornografico dovrà pagare un’addizionale del 25% sui redditi che ne derivano. Il decreto del Consiglio dei ministri riassume cosa si intende per porno: giornali e riviste specializzate, compresi dvd e materiale allegato e “ogni opera letteraria, teatrale e cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti”.

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