KIDS, TWEENS & TEENS GRANDE MERCATO, PICCOLA INDUSTRIA
Quella italiana è l’offerta televisiva tra le più ricche in Europa (se la gioca col ben più composito, audiovisualmente parlando, mercato inglese) di canali kids, teens e tweens. Ma se quella che negli anni 50 e 60 era un’offerta limitata a poche ore nell’arco della giornata e contraddistinta da contenuti edutainment (da servizio pubblico), prima con l’avvento della tv commerciale e poi con quello dei servizi pay è diventato un vero e proprio mercato dell’entertainment, dove i bambini vanno soprattutto intrattenuti e poi – possibilmente – educati.
Un mercato che però nel nostro Paese stenta a diventare industria, anche se è senz’altro tra i più connotati in tema di generi e target, perché via via sono stati individuati profili di audience molto precisi relativamente a età, sesso ed estrazione culturale. In più, l’Italia è il Paese che in Europa ha visto nascere il primo canale tematico in assoluto sul digitale terrestre free, Boing, frutto del coraggioso slancio (era il lontano 2004) di Mediaset e Turner Broadcasting System. Tuttavia, il nostro è anche il Paese che non vede decollare gli investimenti sull’animazione locale: occhio e croce siamo a meno di un quarto della Francia… Visto che, se non fosse per la mission che si è imposta (bisogna dire con ottimi risultati) la Rai, la produzione nazionale di animazione languirebbe più di quanto non faccia adesso. Per fortuna, c’è la live action, programmi contenitore e serie per bambini e ragazzi in cui vanno cimentandosi con assiduità o una tantum diverse società di produzione tricolori, ma siamo ancora a livelli tali per cui i margini di crescita rimangono ampissimi.
Oggi che finalmente è rinata l’attenzione sulla fiction nazionale, andrebbero puntati con maggiore insistenza i riflettori anche su un settore – come quello dell’animazione – che beneficia senz’altro dei vantaggi della Legge Franceschini sull’audiovisivo, ma non del sostegno di cui usufruiscono i competitor a livello internazionale. Un settore che costituisce un bacino d’utenza delicato sì, ma anche strategico sia per agganciare i fruitori dei contenuti (tv e on demand) di oggi e di domani, ma anche per rivolgersi a una platea complessa com’è quella delle famiglie. Certo, come dimostrano i contenuti della nostra cover story, molti passi sono stati fatti, altri rimangono da fare, il dato certo è che anche su questo fronte la creatività italiana ha la storia e le capacità per poter competere. Basta crederci.
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