Anec e Anica, gli appelli a Franceschini

Da oggi lunedì 26 ottobre fino al 24 novembre, le sale cinematografiche hanno l’obbligo di chiusura. Lo ha sancito il Dpcm firmato ieri dal presidente del consiglio Giuseppe Conte per contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19 sull’intero territorio nazionale. Anec e Anica hanno subito espresso la loro contrarietà alla decisione con le due comunicazioni ufficiali che vi riportiamo qui sotto.La lettera di Anec – pubblicato sulla pagina Facebook dell’Associazione nazionale esercenti cinema – indirizzata al Ministro del Mibact Dario Franceschini, firmata dal presidente Anec Mario Lorini: Illustre Presidente del Consiglio, Illustre Ministro, alla luce del nuovo DPCM firmato in data odierna, che conferma le anticipazioni veicolate dal Ministro Franceschini alla Presidenza della nostra associazione già nella giornata di sabato 24 ottobre, siamo ad esprimere forte preoccupazione e disapprovazione anche per l’impatto devastante che questo ulteriore stop avrà sulle sale cinematografiche.In questo momento la priorità collettiva è comprensibilmente rivolta alla salvaguardia della vita e della salute della popolazione, ma è di assoluta importanza fugare il dubbio che la chiusura del comparto dello spettacolo non sia dovuto a criticità legati alla sicurezza che è invece in grado di garantire con livelli altissimi, ma sia un agnello sacrificale immolato per salvare altri settori che continuano, per il momento, a poter operare in regime di normalità, seppur con limitazioni.Nei 5 trascorsi dalla ripartenza, abbiamo più volte, invano, richiesto un sostegno per una forte campagna di comunicazione per la ripartenza, e i dati di contagio nelle sale cinematografiche confermano la assoluta massima sicurezza degli ambienti per i lavoratori e gli spettatori. La capacità di garantire distanziamento in sala durante gli spettacoli, negli accessi e nei deflussi, la misurazione della temperatura, i posti assegnati e il tracciamento di ogni cliente, fanno dei cinema uno dei posti più sicuri che fino ad oggi sono in attività.La chiusura imposta da lunedì 26 ottobre fa crollare tutto il lavoro svolto dalle singole imprese del settore nel dialogo con la propria clientela per condividere il concetto di assoluta sicurezza e nel tentativo di ristabilire un rapporto con il proprio pubblico. Occorre pertanto lavorare fin da subito per predisporre il piano della ripartenza, che dovrà avvenire al termine di questo periodo di 4 settimane, del settore che vede nell’immediata riapertura il periodo di maggior appeal di tutto l’anno, le festività natalizie. Compromettere anche questo momento dell’anno significa condannare a morte definitivamente l’intero comparto delle sale cinematografiche con tutte le aziende e i lavoratori addetti.Chiediamo pertanto da subito misure congrue e rapide a sostegno delle imprese e dei lavoratori, a ristoro del periodo di chiusura e a sostegno della ripartenza. Momento che dovrà vedere il massimo impegno da parte del governo facendo anche tesoro delle criticità che hanno rallentato la ripartenza in estate. E’ purtroppo sotto gli occhi di tutti come il cinema non possa ripartire aspettando il prodotto filmico proveniente dall’estero, ma può fare affidamento unicamente sulle numerose produzioni nazionali, sostenute proprio con denaro pubblico. Occorre quindi una forte azione del governo e del preposto Ministero affinché si garantisca la tutela della sala cinematografica, sostenendo e premendo per l’uscita sugli schermi di tutti i film già pronti, senza soluzioni diverse o deroghe che penalizzino l’uscita in sala.Chiediamo sin da subito l’apertura di un tavolo al fine di concordare tutte le iniziative, su citate, per la ripartenza, per la tutela dell’immagine della sicurezza dei luoghi di spettacolo e la miglior forma di comunicazione per la rapida ripresa dell’attività delle sale cinematografiche.Confidando in una comprensione delle ragioni esposte, si porgono cordiali saluti.

L’appello di Anica pubblicato in un comunicato stampa ufficiale diffuso dall’Associazione nazionale delle industrie cinematografiche, audiovisive e multimediali:

Abbiamo appreso della decisione, molto dolorosa, come ribadito dallo stesso Ministro Franceschini, della chiusura delle sale cinematografiche. Comprendiamo, con senso di responsabilità, la necessità di garantire prima di tutto la salute e la sicurezza dei cittadini attraverso la limitazione degli spostamenti delle persone. Ci sembra pero’ decisivo sottolineare la centralità e l’importanza del cinema in sala come esperienza di arricchimento culturale e sociale, che appartiene ai bisogni necessari e irrinunciabili di una società che vuole vivere e non solo sopravvivere. Ricordiamo che le sale cinematografiche hanno scrupolosamente applicato in questi mesi protocolli severi, elaborati grazie alla collaborazione tra istituzioni e associazioni di categoria, riuscendo così a garantire la sicurezza degli spettatori e trasformando le sale in luoghi a contagio zero. I distributori, in particolari quelli italiani, hanno strenuamente resistito continuando a programmare film anche contro ogni logica economica, nell’incertezza assoluta di fronte ai diversi e improvvisi provvedimenti che hanno reso vana qualsiasi forma di pianificazione.Ci impegneremo perche‘ il provvedimento di oggi abbia carattere assolutamente temporaneo: dopo questa fase, fatta di sacrifici complessi ed economicamente dolorosi, si deve giungere al più presto ad una riapertura programmata, con la piena collaborazione tra il governo, le istituzioni ed esercenti, distributori e produttori.

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