Daniele Bon riveste il ruolo di Regional Key Account per Lego dal 2002, opera nelle regioni del Veneto e del Friuli e segue sia il canale lungo che la grande distribuzione, avendo in gestione le principali insegne presenti nell’area. «Provengo dal settore alimentare, dove ho collaborato come venditore, dapprima con Barilla per poi passare a Elah-Dufour-Novi per circa dieci anni, mercato completamente diverso rispetto a quello in cui opero ora. Anche i due canali con cui mi relaziono quotidianamente hanno problematiche, tempistiche e richieste diverse a seconda delle esigenze e dei modi di operare – spiega Daniele Bon – Quando entrai a far parte del team Lego dovetti cambiare il mio modo di lavorare e adattarmi subito a questo settore, con tempi di programmazione più lunghi, con presentazioni di novità molto più frequenti, un mondo in continua evoluzione, molto più affascinante e movimentato di quello di provenienza».
Che peculiarità ci sono in quest’area rispetto al mercato italiano? «Negli ultimi vent’anni il vecchio format commerciale ha subito una trasformazione; sono iniziati a sorgere i primi centri commerciali, le prime catene distributive e l’impatto è stato molto forte, se si pensa che oggi il canale iper + super nel Veneto e Friuli ha una densità di 245 mq. Ogni mille abitanti ed è la più alta rispetto a quella delle principali regioni d’Italia. Questo processo ha portato inevitabilmente a una selezione, la convivenza si fa sempre più dura soprattutto nell’alta stagione, dove assistiamo a una forte riduzione del margine dovuta alla guerra dei prezzi del canale corto, fortunatamente parliamo di regioni, dove il reddito procapite è di 31.500 euro, contro una media nazionale di 26.300, ma i segnali della crisi si stanno facendo sentire anche a Nord-Est».
Come vede la situazione del mercato del Giocattolo per questo 2010? Ci sono differenze rispetto agli anni scorsi? «Oggi il consumatore è molto più attento e preparato rispetto a qualche anno fa, probabilmente per l’effetto della crisi e l’avvento d‘internet. In un tempo non molto remoto si comprava con minore attenzione e in pochi appuravano veramente quanto fossero importanti: qualità, interazione del gioco, tempo di durata e stimolo intellettivo. Oggi chi entra in negozio conosce, prezzo, caratteristiche e premia quei prodotti in cui la giocabilità è molto alta, favorendo i giochi che aiuteranno il bambino nel percorso di crescita e di vita, stimolando valori come fantasia, intelligenza e creatività, fondamentali tra l’altro del nostro brand».
L’intervista completa su Toy Store Ottobre
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