Mediaset: l’avvocato della Corte Ue boccia le norme anti-Vivendi
Le norme anti-Vivendi di Mediaset sono, secondo l’avvocato della Corte dell’Unione Europea, contrarie al diritto Ue. Lo ha scritto l’avvocato generale della Corte Ue, Campos Sanchez-Bordona, nelle conclusioni della causa pregiudiziale che riguarda il ricorso di Vivendi contro la delibera dell’AgCom, che l’ha obbligata a trasferire a una società indipendente il 19,19% delle azioni di Mediaset. In particolare, secondo Sanchez-Bordona, le regole italiane limitano la possibilità che imprese di altri Stati membri entrino nel settore dei media, ostacolando così la libertà di stabilimento sancita dai trattati Ue. Nonostante la tutela del pluralismo dell’informazione possa giustificare l’adozione di misure nazionali che limitano la libertà di stabilimento, tali misure – nella normativa italiana – risultano sproporzionate. Mediaset comunica di aver «preso atto» di tale posizione. «Mediaset sottolinea che, diversamente dalle posizioni espresse nel giudizio pendente dalla Commissione UE, anche l’Avvocato Generale ribadisca come la tutela del pluralismo dell’informazione può giustificare “l’adozione di misure nazionali che limitano la libertà di stabilimento”, demandando tuttavia ai giudici nazionali la valutazione della proporzionalità di tali misure». Per il momento, e in attesa della sentenza da parte della Corte UE (Il parere dell’avvocato generale, non vincolante, spesso ne anticipa i contenuti) e delle valutazioni di tale sentenza da parte del giudice nazionale, «nulla cambia in merito alla valutazione di illiceità della condotta di Vivendi in relazione all’acquisto del 29,94% del capitale sociale di Mediaset».
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