Cerri: “Ripensare sistema distributivo e di window”
È stata dedicata alle riflessioni su sale, prodotto e windows la sessione pomeridiana dell’incontro organizzato dall’Anica per annunciare i dati sul cinema relativi all’anno solare 2011. Intitolato “Forum del cinema italiano – le questioni aperte“, il panel ha visto tra i relatori Carlo Bernaschi, presidente Anem che ha parlato di city multiplex come soluzione per rilanciare le sale di città in modo che siano indipendenti economicamente: “Questi cinema dovrebbero avere non meno di 12 schermi per le città molto grandi, 10 per le città importanti e 8 per i centri medi. Queste strutture saranno così in grado di proiettare tutti i film in uscita. I piccoli esercenti pensano spesso ad un solo target e quindi un solo prodotto, in questo modo invece ci sarebbe varietà di offerta e susciterebbero l’interesse di tutti i pubblici possibili”. In veste di presidente dei distributori Anica, Richard Borg invece è intervenuto sul tema delle window: “Accorciando le finestre su vari media si riuscirebbe a depotenziare la pirateria. È necessario un ridimensionamento parziale in tutti i settori e una conseguente equa ridistribuzione dei compensi ma questo sarà possibile solo se tutti gli operatori potranno discuterne senza drastiche prese di posizione”. Sulle sale e sulle finestre ha espresso il suo parere anche Lionello Cerri, presidente Anec: “Per modificare le window è fondamentale capire la redditività di un film a seconda del mezzo. Sala, home video, free tv, o pay, dov’è più performante un film? Allo stesso tempo va ripensato il sistema della nostra industria: esercizio, distribuzione e produzione. Servirebbero altre risorse per le sale perché il finanziamento alle sale d’essai e Schermi di qualità è insufficiente e bisogna capire che il prodotto va promosso prima che programmato. Stiamo lavorando ad un progetto con risorse private per la promozione e pensando ad azioni di educazione al cinema”. Paolo Protti, presidente Agis ha lanciato l’allarme: “L’aumento continuo dei costi, la minor forza del prodotto italiano e la scomparsa della pellicola: entro un paio di anni, quegli esercenti già sul baratro rischiano di scomparire del tutto”.
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