Gentile Direttore,
buongiorno, mi chiamo Silvia, ho 24 anni e una laurea magistrale da poco conseguita in Economia. Leggo spesso Ab abitare il bagno in quanto la mia famiglia opera nel settore termoidraulico da 13 anni e nel settore dell’arredobagno da cinque quando, nel 2007, abbiamo inaugurato lo showroom primo e, a tutt’oggi, unico nella cittadina di Viadana (Mn). La piccola azienda, i cui soci sono Tullio Cipriani (mio padre) e Piercarlo Bosoni (mio zio), si chiama Stesil, ed è un’attività nella quale lavora quasi tutta la mia famiglia.
Durante il periodo degli studi universitari ho pensato che prestare il mio aiuto presso l’attività potesse essere una buona scuola di vita e che avrei potuto trarre preziosi insegnamenti per il mio futuro lavorativo qualunque esso fosse stato (…).
In uno degli ultimi articoli di Ab ho letto un interessante articolo che tratta dell’esigenza dei rivenditori di oggi di fare rete, di creare partnership e accordi. A tal proposito vorrei riportare, se v’interessa, l’esperienza personale e aziendale della realtà in cui ho operato. Preciso subito che non abbiamo l’immagine “griffata” né il nome altisonante dei manager che avete intervistato nell’articolo.
La Stesil (me ne faccio portavoce), è una realtà semplice, ma efficiente e professionale con un magazzino molto accurato (in varietà di articoli) e ben gestito (a parte i disguidi dei fornitori, i nostri scaffali sono sempre pieni).
L’ambiente di lavoro in cui operiamo è accogliente e familiare: la macchina automatica del caffè e il distributore dell’acqua, posizionati a fianco del banco in area vendita, sono a disposizione di chi entra (idraulici, clienti privati, fornitori, rappresentanti, corrieri…etc) ed è tutto rigorosamente offerto poiché chi viene a “casa nostra” è considerato prima di tutto un ospite.
I titolari non sono “né ingiacchettati né incravattati” ed, insieme agli addetti al banco, accolgono i clienti cercando di servire tutti con la massima precisione e solerzia.
Oltre al banco, Stesil vanta la sala mostra per l’arredobagno e quella per le stufe a pellet e a legna, disponibili dal lunedì al sabato volendo anche al di fuori degli orari d’apertura. Nella vendita abbiamo sempre operato con grande senso di responsabilità, ponendoci nell’ottica di vendere con coscienza ed attenzione alle esigenze del cliente. Abbiamo sempre vagliato i prodotti domandandoci in prima persona se saremmo stati disposti a comprare l’articolo in questione e a quale prezzo. Abbiamo sempre fornito valide alternative agli articoli più costosi perché si sa, mica tutti possono “viaggiare in Ferrari”. Abbiamo sempre mostrato disponibilità ad effettuare sopralluoghi e preventivi totalmente gratuiti durante i quali abbiamo fornito le dritte giuste per la disposizione degli elementi secondo precise logiche. Ci siamo sempre fatti portavoce dei diritti del cliente nei confronti dei fornitori per ogni lamentela perché nella vendita del prodotto “la faccia” ce la dovevamo mettere noi. Abbiamo sempre accordato fiducia a rappresentanti, in gran parte plurimandatari, che talvolta ci hanno appoggiato e sostenuto, talvolta no. Insomma ci siamo veramente impegnati al massimo per raccogliere consensi e fare in modo che il passaparola fosse la nostra miglior pubblicità.
In questo momento stiamo attraversando un momento di difficoltà a causa di questo grande invenduto nell’edilizia e non sappiamo quale strategia adottare. Eppure abbiamo tutto per lavorare proficuamente: un’area interamente commerciale di circa 4000 mq divisa tra comparto idraulico ed elettrico (Elettrostesil è la “sorella minore” di Stesil), spaziosi uffici, una sala riunioni con proiettore, spaziose aree vendita attrezzate con moderne scaffalature ed un efficiente sistema informatico per la lettura dei codici a barre. Abbiamo la sala mostra stufe divisa dalla sala mostra arredo bagno, un ampio parcheggio, diversi mezzi aziendali ed una squadra di persone veramente valide. Ci sentiamo insomma come un bell’albergo fronte mare che ha scarse prenotazioni in questo momento.
Noi vorremmo tanto poter proseguire la nostra attività e soprattutto non vogliamo vanificare i tanti sacrifici che abbiamo fatto in questi anni. Per fare questo, abbiamo cercato prima di tutto di credere nella nostra azienda in forza della convinzione che bisogna resistere alle difficoltà. Dopo esserci esposti personalmente, abbiamo chiesto anche al mondo finanziario di farlo insieme a noi rimettendo in gioco quello che avevamo con tanti sacrifici guadagnato in questi anni: il nostro capannone (…).
Le risposte di fiducia che volevamo non sono arrivate e suonano come porte chiuse in faccia. Io ho sempre creduto che resistendo anche da soli ce l’avremmo davvero fatta, ma devo constatare che non è così, abbiamo bisogno di una veste nuova, di un’immagine nuova, di una vita nuova. Forse dovremmo cercare di avvicinarci un po’ di più ai famosi manager che intervista lei nei suoi articoli e rimodernare il nostro modo di lavorare: il problema è che da soli non possiamo farcela e, dopo gli ultimi tempi, la sfiducia comincia veramente a fare da padrona. Ma io, che una volta laureata dovevo fare il mio ingresso ufficiale in azienda ed invece ho dovuto decidere, almeno per il momento, di fare tutt’altro, mi voglio ribellare o almeno ci voglio provare.
Voglio che qualcuno mi aiuti, o meglio, che aiuti la Stesil a trovare una nuova dimensione lavorativa. Non chiedo altro che fiducia, buona volontà e un decimo della follia che abbiamo dimostrato noi a provare a crederci in tutti i modi nel nostro lavoro. Nonostante tutto pensiamo di avere ancora qualcosa da dire in questo mondo e di aver creato valore in questi anni di lavoro. Un valore che pensiamo possa essere riconosciuto ed apprezzato anche in questi momenti di grande difficoltà.
Grazie per l’attenzione
Silvia Cipriani
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