Serve un concept da comunicare
Si è chiuso nel migliore dei modi il 2019 (+14% al box office e +13% di presenze), anche grazie a uno sprint natalizio all’insegna dei grandi numeri sul fronte del cinema italiano. E se l’anno scorso la nostra cinematografia si è assestata complessivamente su una quota del 21%, il 2020 si preannuncia un’annata d’oro per le produzioni italiane. Come da copione, la strabiliante performance di Checco Zalone con il suo Tolo Tolo è stato un ottimo trampolino di lancio. Ma già alle Giornate professionali di Sorrento avevamo avuto un assaggio del ritorno di grandi autori e di celebri comici, pronti a uscire in sala con progetti convincenti (più volte citati sulle pagine di Box Office). Titoli di largo respiro, film di genere, produzioni più o meno ambiziose, in alcuni casi anche con budget radicalmente superiori alla media (primo tra tutti Freaks Out di Gabriele Mainetti, carico di effetti speciali e reduce da una lunga post-produzione). Non sempre, però, registi, talent e qualità di un’opera sono garanzia di successo.
All’origine, infatti, è essenziale poter contare su un concept originale da comunicare e capace di attrarre lo spettatore.
Lo hanno dimostrato casi virtuosi come Parasite e La belle époque, o il meno recente (ma sempre attuale) Perfetti sconosciuti. Tutti film in possesso di punti di forza di grande appeal, facilmente comunicabili e immediatamente decodificabili dal fruitore.
Quando, invece, mancano questi elementi, inevitabilmente anche la campagna marketing risulta priva di quel guizzo creativo e di quell’identità che potrebbero, invece, stimolare la curiosità del pubblico. Questi driver, però, andrebbero individuati in anticipo già nella fase di stesura del soggetto. Per questo non è solo un problema artistico, ma anche produttivo, perché riguarda innanzitutto la concezione dell’opera nel suo insieme. E questo teorema resta valido a prescindere dal budget o dal genere del film. Anzi, minori sono le risorse a disposizione e maggiore dovrebbe essere la forza del concept da comunicare al pubblico.
Bisogna osare di più a ogni livello, nella scrittura, nella produzione e nella comunicazione, coscienti che quello che si vende allo spettatore non è solo un prodotto ma innanzitutto un’esperienza.
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