Roberto Cicutto, presidente e amministratore delegato di Istituto Luce Cinecittà, stigmatizza il comportamento di alcuni esercenti che hanno già smontato il film Bella e perduta di Pietro Marcello: «Il 19 novembre è uscito in sala il film Bella e perduta di Pietro Marcello accolto con grande favore dalla critica e designato “Film della Critica” dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI. Il film ha chiuso il week end con una media copia superiore ai 2.000 euro. Nella seconda settimana è stato smontato da alcune sale senza giustificazione in rapporto ai risultati ottenuti». Istituto Luce-Cinecittà per atto di indirizzo del Ministro dei Beni e delle Attività culturali, distribuisce opere prime e seconde sostenute dal contributo statale e coprodotte da Rai Cinema, «che però trovano spesso nell’esercizio cinematografico il più grande ostacolo alla propria circolazione. È diritto degli esercenti scegliere i film da programmare e attivare politiche di difesa del proprio reddito, ma non è giustificato il pregiudizio con cui molto spesso le opere prime e seconde vengono accolte». Continua Ciccutto, chiedendo che si creino le condizioni per attivare e migliorare tutti gli strumenti possibili (Schermi di qualità, sostegno da parte del circuito Fice…) «risolvendo una grave stortura nel sistema della distribuzione in sala, oppure si produce solo spreco di danaro pubblico. Spesso per programmare questi titoli si deve versare un minimo garantito alle sale, che sommato ai costi per proiettare i trailer, riduce il già risicato budget a disposizione per la comunicazione. In queste condizioni il Luce non può garantire una dignitosa distribuzione in sala ed è evidente che le condizioni date innescano un corto circuito per cui film sostenuti da soldi pubblici difficilmente recuperano l’investimento». Conclude il presidente e amministratore delegato di Istituto Luce Cinecittà: «Conseguenza di tutto ciò non può che essere la restituzione di questi titoli alle sole leggi di mercato, con la certezza che film come Le quattro volte di Michelangelo Frammartino, Corpo celeste di Alice Rohrwacher, Via Castellana Bandiera di Emma Dante, Arianna di Carlo Lavagna, L’intervallo di Leonardo Di Costanzo (per citarne solo alcuni dai recenti listini Luce) non si potranno più vedere né il pubblico scoprire nuovi autori».
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