Roma, sempre più onerose le riprese in luoghi storici
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Utilizzare Roma come set cinematografico sarà sempre più oneroso per le case di produzione. Secondo quanto riportato oggi dall’edizione romana del Sole 24 Ore, l’attuale tariffario che stabilisce i prezzi per girare film o spot pubblicitari nella Capitale subirà rincari fino al 90%. Nel 2009 il Comune ha incassato 358 mila euro per riprese cinematografiche, stampe, pubblicazioni, rilascio copie e diritti diversi, mentre nel primo semestre 2010 le entrate hanno raggiunto i 160 mila euro. Secondo Umberto Croppi, assessore alla Cultura del Comune «alcuni luoghi sono unici al mondo ed è giusto farli pagare, soprattutto se vengono usati in spot di multinazionali che vendono in tutto il mondo». Prima del tariffario, in vigore in via transitoria da sei mesi, il prezzo veniva concordato direttamente con le singole produzioni. Perplessi i produttori: «Si tratterà comunque di incassi minimi – ha dichiarato Riccardo Tozzi, fondatore di Cattleya e presidente dell’Unione Produttori dell’Anica – che non giustificano questa politica commerciale. Bisogna investire piuttosto sullo sviluppo dell’attività industriale in loco. Non ha senso occupare una via con sei camion per girare in un appartamento. Se le istituzioni offrissero incentivi a chi torna ad utilizzare i teatri di posa si potrebbero liberare le strade e far tornare a lavorare maestranze di qualità che a Roma hanno una grande tradizione».
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