37 famiglie su 100 hanno ristrutturato casa nel 2022
Sfruttati tutti i bonus previsti. Secondo la ricerca Nomisma-Angaisa però solo il 12% intende farlo nei prossimi 12 mesi.
Curata da Nomisma la ricerca “Bonus fiscali e riqualificazione edilizia- La propensione delle famiglie italiane al rinnovamento e alla ristrutturazione della casa” presentata in occasione dell’Assemblea Nazionale ANGAISA il 30 novembre fa emergere dei dati interessanti.
- La voglia di ristrutturare e migliorare la propria abitazione è alimentata dall’inefficienza energetica.La principale motivazione che ha spinto l’attivazione da parte di proprietari e affittuari dei professionisti in campo edilizio e idrotermosanitario è stata per 1 persona su 2 la volontà di migliorare il comfort abitativo, guidata in particolare dagli incentivi statali. Al secondo posto, come precedentemente anticipato, la riduzione dei consumi energetici (48%), al terzo, la non rimandabilità degli interventi (36%) e in ultimo (30%) la volontà di sfruttare gli incentivi statali.
- Quasi 4 italiani su 10 (37%) negli ultimi 12 mesi hanno avviato interventi di miglioramento e o ristrutturazione di un’abitazione, sia essa principale o secondaria. Il 27% di essi sono affittuari. Nel Nord Ovest è il 37% dei rispondenti a dichiarare di aver avviato i lavori; nel Nord Est il 36%. Più alta la percentuale a livello italiano al Centro (40%) mentre al Sud i Sì sono al 33%.
Iil 64% dei proprietari che hanno effettuato gli interventi si siano orientati quelli di natura strutturale (quasi la metà, 49%, per il miglioramento termico dell’edificio e il 30% per le strutture opache della facciata o dei balconi).
Il 62% tra coloro che hanno effettuato interventi di ristrutturazione o miglioramento ha eseguito interventi relativi a sanitari e rubinetteria; al terzo posto (61%) l’efficientamento energetico, in particolare la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale (40%), di climatizzazione estiva (32%) e l’installazione di pannelli solari/impianti fotovoltaici (22%). Il 43% dei rispondenti ha indicato l’effettuazione di lavori relativi agli impianti di condizionamento.
Analizzando il costo medio per i soli interventi di efficientamento energetico – sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o estiva, installazione di pannelli fotovoltaici, ventilazione meccanica controllata e i dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, acqua calda o climatizzazione – esso ammonta a circa € 5.500.
Il bonus ‘110%’ non è il più richiesto
Il 40% delle persone che ha deciso di aderire ai bonus lo ha fatto per accedere agli interventi di riqualificazione energetica; il 37% per ristrutturazioni edilizie e al terzo posto, con il 21%, il Superbonus 110%. Il 12% degli aderenti ha deciso, infine, di richiedere il bonus facciate. Il “doping” dei bonus ha guidato le performance del mercato. Il 51% dei rispondenti ha dichiarato che non avrebbe mai realizzato interventi in assenza di incentivi. Questa tendenza prevale nella popolazione del Nord Ovest e del Centro Italia e nella fascia 55-65 anni.
E ora? Il rischio di una netta riduzione della richiesta ‘post bonus’
Le performance particolarmente positive del settore edilizio ed idrotermosanitario appaiono “dopate” dalla presenza dei bonus, che hanno spinto all’attivazione di cantieri ed interventi anche famiglie che viceversa sarebbero rimaste dormienti. Una situazione che, alla luce dei nuovi decreti, potrebbe non presentarsi altrettanto rosea nel 2023.
Nei 12 mesi a venire solo l’11% degli italiani ha dichiarato che con certezza effettuerà interventi sulla propria abitazione, mentre il 38% è ancora indeciso. Le motivazioni principali alla base della scelta di procedere con i lavori si confermano il miglioramento del comfort abitativo – reso possibile dagli incentivi – e la riduzione dei consumi energetici. Per i prossimi 12 mesi, l’investimento medio per le attività di ristrutturazione e o miglioramento pianificate, ammonterà a € 15.340 per gli interventi strutturali, a € 8.170 per quelli di efficientamento energetico.
Se nell’immediato futuro non ci fossero gli incentivi, il 57% di coloro che pensano di effettuare degli interventi di efficientamento con ricorso ai bonus non si attiverebbe.
“I dati analizzati confermano che il mercato ha vissuto un momento di crescita straordinario. Questi risultati partono dalla voglia degli italiani di migliorare il proprio comfort abitativo, così come i consumi energetici. Una situazione che è stata accelerata dalla presenza dei bonus, che hanno dato un boost al numero complessivo di interventi. Nella giornata di venerdì 25 novembre si è conclusa la possibilità di presentare la Cilas per avere diritto alla misura del Bonus 110%; subentra il nuovo decreto “Aiuti quater”, che prevede l’agevolazione per gli interventi di riqualificazione energetica o sismica degli edifici al 90%. Sembra venir meno l’entusiasmo che sino ad ora ha caratterizzato il mercato, sono attualmente 2 su 3 le famiglie che continuano a dirsi interessate all’avvio dei lavori con il Superbonus al 90%; un dato che dovrà essere sicuramente tenuto in considerazione nella pianificazione dei budget futuri di settore” – hanno dichiarato Luca Dondi, Amministratore Delegato Nomisma e Roberta Gabrielli, Senior Project Manager.
“Anche i dati dell’Osservatorio Vendite Angaisa sembrano testimoniare un progressivo ‘raffreddamento’ del mercato. D’altra parte, dopo l’euforia degli ultimi due anni, una parziale inversione di tendenza era ampiamente attesa dagli operatori del nostro settore. Crediamo che gli incentivi possano comunque ancora giocare un ruolo fondamentale per tenere ‘acceso’ il motore dell’edilizia, volàno fondamentale per l’intera economia nazionale” – ha rimarcato il Presidente di Angaisa Maurizio Lo Re.
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