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Piastrelle: produzione stabile nel 2022

Secondo Prometeia l’industria italiana ha prodott nel 2022 458 milioni di metri quadrati (+0,7% rispetto al 2021). Le esportazioni (364 milioni di metri quadrati) sono stabili (+0,2%) mentre le vendite in Italia segnano +2,6%.

L’industria italiana delle piastrelle di ceramica chiude il 2022 con una sostanziale conferma dei volumi di produzione, vendite ed export registrati lo scorso anno. La domanda di ceramica made in Italy, proveniente da tutti i Paesi del mondo, ha registrato un progressivo rallentamento durante l’anno.
L’incontro di fine anno di Confindustria Ceramica è stato aperto da una introduzione di Stefano Bolognesi, Presidente Commissione per le Statistiche, una relazione di Giuseppe Schirone (Prometeia) e la tavola rotonda a cui hanno preso parte Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica; Emanuele Orsini, vice Presidente di Confindustria; Giuseppe Sibillia, direttore territoriale di BPER banca e Marco Grillo, CEO di AbitareIn.

L’anno 2022 delle piastrelle di ceramica

Il preconsuntivo 2022 elaborato da Prometeia evidenzia per l’industria italiana delle piastrelle di ceramica volumi di vendite intorno ai 458 milioni di metri quadrati (+0,7% rispetto al 2021), derivanti da esportazioni nell’ordine di 364 milioni di metri quadrati (+0,2%) e vendite sul mercato domestico superiori ai 93 milioni di metri quadrati (+2,6%). La crescita ha interessato l’area del Golfo ed il Far East, mentre stabili sono risultate le vendite in Europa Occidentale, Balcani ed America Latina; in flessione i mercati di Europa orientale e NAFTA. Le forti oscillazioni della domanda e dei costi produttivi registrati nel corso dell’anno richiedono una particolare attenzione nel valutare il dato di preconsuntivo della produzione, stimato da Prometeia in crescita del 3% a 448 milioni di metri quadrati.

Il commento del Presidente

Dopo un 2021 che aveva visto un progressivo incremento dei volumi di vendita, l’anno che si sta per chiudere registra evidenze in linea con quelli dello scorso anno. In termini di quote, l’Italia raggiunge il 20%, un 48% è destinato ai mercati comunitari ed il restante 32% su quelli più lontani. La domanda di ceramica, ravvivata dopo il lockdown e rafforzata dalla volontà di riqualificare gli spazi abitativi ad ogni latitudine, si basa sulle riconosciute peculiarità del materiale – in termini di salubrità, resistenza, durevolezza, tra le altre – e sulle crescenti destinazioni di impiego del prodotto, sia in ambito edilizio che nell’arredo” ha detto Giovanni Savorani.

 

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