Piastrelle, schizzano in alto i prezzi dell’energia
Un settore affamato di energia come la ceramica industriale paga un caro il conto della crisi in atto. Nel 2021, tuttavia, il fatturato del comparto è stimato in forte ascesa.
«I costi energetici per il settore sono quintuplicati, ma le aziende hanno continuato a fornire con regolarità i clienti», ha detto a MFF Giovanni Savorani presidente di Confindustria ceramica.
Avvisaglie della crisi si erano già presentate ben prima del conflitto in Ucraina. Nel 2021, tuttavia, i dati del comparto sono stimati in forte ascesa. I dati di preconsuntivo elaborati da Prometeia per Confindustria ceramica, l’associazione che rappresenta le imprese settoriali, evidenziano un progresso di circa il 20%, da 5,13 a oltre 6,1 miliardi di euro, per i ricavi legati alle piastrelle industriali, la voce più rappresentativa all’interno del fatturato complessivo (6,2 miliardi nel 2020).
Anche il 2022, ha dichiarato a MFF il presidente dell’associazione Giovanni Savorani, è iniziato in maniera positiva. «Nei primi mesi del 2022 è proseguita la buona dinamica della domanda, sia sul mercato interno che su quello internazionale. A questa situazione si contrappone purtroppo il livello delle quotazioni dei fattori produttivi, principalmente l’energia, che registrano valori superiori al 500% rispetto a quelli pre-pandemici». Da Sassuolo (Modena), sede dell’associazione e capitale mondiale della ceramica e delle piastrelle, evidenziano come la scelta delle aziende sia stata quella di continuare a fornire con regolarità i propri clienti internazionali.
«Ogni impresa ha operato secondo la sua impostazione, le commesse acquisite sono state rispettate, ma questa situazione ha impattato pesantemente sulla marginalità», ha aggiunto Savorani. La realtà italiana delle piastrelle vede in attività circa 150 aziende di dimensioni mediamente grandi, perlopiù basate in Emilia Romagna che rappresenta il 92% della produzione nazionale grazie all’apporto fondamentale del distretto di Sassuolo (83% della produzione totale). L’export 2021 dovrebbe raggiungere 5,1 miliardi contro i 4,4 miliardi del 2020, con un’incidenza pari all’85% e in grado di contribuire per il 7% al saldo positivo complessivo della bilancia commerciale italiana.
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