La digital trasformation è la priorità del retail, ma è costosa
Il digitale avanza e impatta inevitabilmente anche sul retail, tanto che oggi la digital trasformation è definita una priorità dalle insegne stesse, anche in termini d’investimento, perché indispensabile in primo luogo per avere una customer experience al passo con le nuove abitudini del consumatore finale e ancora prima per comprenderlo. Lo conferma l’ultima edizione di un’indagine di PwC per JDA effettuata su i vertici di 350 retailer globali che però evidenzia che oltre la metà di queste realtà non ha avviato al momento nessun progetto concreto in questa direzione.
Ma, soprattutto il sondaggio mette l’accento su un secondo aspetto non certamente secondario: la sfida non è tanto quella di disegnare un approccio multicanale, ma di trovare un equilibrio fra questo sviluppo e profittabilità. Solo il 10% delle insegne che hanno già adottato questo tipo d’approccio afferma di averlo trovato e di contro cresce il numero dei retailer che reputano a conti fatti, questa strategia complessa gestionalmente e costosa.
Tra le tecnologie maggiormente adottate o che si prevede di adottare troviamo le App, i Big Data e i social, mentre la soluzione più abbracciata ora (51%) e in prospettiva è l’acquisto on line e il ritiro in store. Le soluzioni di fulfillment (tipo consegna serale o nel weekend) in relazione alla loro alta incidenza di costo sono oggi le opzioni maggiormente messe sotto analisi dalle insegne. Non a caso un elevato numero di coloro che le hanno promosse non escludono che aumenteranno nel prossimo futuro i costi di questi servizi a carico del cliente.
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